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# 23 –  Codice Blu

di Carmelo Mobilia & Mickey

 

Alcuni anni fa, a New York City, un uomo ebbe l’idea di crearsi un’identità mascherata per poter diventare il re della malavita, usando l’appellativo di “Signore del Crimine”. Sancì un’insolita alleanza con un uomo altrettanto ambizioso che indossava un costume da folletto per terrorizzare i propri nemici e che rispondeva al nome di Goblin. Entrambi gli uomini conoscevano  la reale identità dell’altro, come assicurazione per scongiurare il tradimento reciproco. Non finì bene per entrambi; vennero sconfitti in più riprese dal supereroe noto come Uomo Ragno.

Alcuni anni dopo, altri due uomini di New York formarono una seconda alleanza con gli stessi obiettivi e le medesime caratteristiche; si facevano chiamare rispettivamente la Rosa e Hobgoblin e causarono una sanguinosa guerra di bande, prima di finire ambedue come i loro predecessori: battuti dall’Uomo Ragno.

Oggi a San Francisco qualcun altro ha pensato che la partnership tra un boss della mala dal volto coperto e un sicario travestito da folletto fosse un’idea vincente, sebbene i precedenti non fossero incoraggianti.

Come se l’idea fosse giusta, ma per realizzarla bisognasse cambiare ambiente. Proprio come fanno i cacciatori quando cambiano riserva di caccia o i pescatori che si spostano in un altro lago in cerca di pesci più grossi.

Purtroppo per loro, le cose stavano andando come sull’altra costa; la città si stava riempiendo di giustizieri mascherati, tra cui un Uomo Ragno locale intento a mandare all’aria i loro piani, quasi fosse uno schema che si ripete. Ma certi uomini imparano dai loro errori.

<Ho sentito che domani la polizia inaugurerà una speciale squadra specializzata nella lotta contro i “supercriminali mascherati”> disse il Signore del Crimine.

<Sì, ti confermo che è vero... come se non avessimo già abbastanza problemi con il Ragno Rosso e gli altri impiccioni come lui...> imprecò Hobgoblin.

<Già, le cose stanno prendendo una piega ... inaspettata. Dobbiamo riorganizzarci, non farci cogliere impreparati.>

<Ti stai spaventando?>

<Non ho detto questo, ma sarebbe da sprovveduti sottovalutare la cosa. San Francisco si sta preparando per una guerra al crimine, e visto il nome che porto è mio interesse non farmi trovare impreparato a tale conflitto.>

<Giusto. Anch’io ho sacrificato tanto per il nostro obiettivo e non intendo minimamente rinunciarvi.  Ucciderò chiunque cercherà di ostacolarci.> disse con rabbia l’incappucciato.

<Si ma con metodo. Non possiamo caricare a testa bassa come un toro ... scusa la frase banale ma come si è soliti dire in questi casi, “rischiamo di rimetterci le corna”. E a noi non deve succedere; ho sconfitto Tarantula Nera, Damon Dran e non intendo ritirarmi adesso.>

< Te l’ho detto , neanche io. Cos’hai in mente?>

<Ti ho detto che in questa città sta per scatenarsi una guerra, no? Be', io intendo vincerla...  e per vincere una guerra devi avere l’esercito più forte. Abbiamo bisogno di rinforzi.>

<Cosa vorresti fare?>

Il Signore del Crimine prese un biglietto dal cassetto della sua scrivania e glielo porse.

<Ecco che cosa voglio fare ....>

Hobgoblin scorse i nomi che vi erano scritti sopra.

<Riuscirai ad avere tutti questi?>

<Con il tuo aiuto, sì.>

La maschera del folletto assunse un’espressione compiaciuta.

<Sì... sì, credo che possa funzionare...>

 

San Francisco. Thomas J. Cahill Hall of Justice. Il giorno dopo.

Robert "Ironguts" O'Hara, il Presidente della Commissione di Polizia di San Francisco, aveva convocato una conferenza stampa per presentare alla cittadinanza il varo di un nuovo progetto per la sicurezza della città.
Ben Reilly aveva deciso di non rientrare subito a casa dopo il suo turno alla Scientifica, per presenziare. Aveva più di un motivo per farlo: perché il progetto aveva qualche ripercussione sulla sua seconda vita come Ragno Rosso, e perché coinvolgeva alcune sue vecchie conoscenze.
Dal fondo della sala, aveva una visuale di tutti i giornalisti e i colleghi presenti. Non lo meravigliava la presenza della sua ex fidanzata Jessica Carradine, con il suo attuale compagno Jack Morris; piuttosto, lo meravigliava vedere quant'era ingrassata nel giro di pochi mesi: nonostante tutto, una parte di lui era preoccupata per la sua salute. Dall'altra parte della stanza, c'era Vin Gonzales, una delle più recenti aggiunte al suo parco amici e colleghi; troppo lontano per raggiungerlo e fare due chiacchiere, in quel frangente.
La sua attenzione venne presto ricatturata dal discorso di O'Hara:
<... San Francisco diversamente da altre città americane, non ha mai avuto una grande popolazione superumana. Certo, per un certo periodo abbiamo avuto tra noi Devil e la Vedova Nera, e poi la Donna Ragno, ma a parte, diciamo così, visite occasionali, per anni non abbiamo avuto problemi con supereroi e supercriminali. Negli ultimi tempi, però diversi supereroi e supercriminali hanno fatto di San Francisco la loro dimora. Penso al Ragno Rosso, la Donna Ragno, Prowler, Sudario, Tarantula Nera, Hobgoblin.>
L'interpellato si lasciò scappare un sospiro profondo all'ascolto di quella sfilza di nomi, capitanata da se stesso.
<È diventato necessario prendere provvedimenti al riguardo. Per questo La Commissione di Polizia ha autorizzato la creazione di una speciale task force di tipo SWAT addestrata per contrastare criminali superumani. Questa task force sarà guidata da uno dei migliori ufficiali del Dipartimento. Ho il piacere di presentarvi il Comandante Paul Carson.[i]>

Il giovane ufficiale era piuttosto riluttante a parlare dal podio, ma si fece coraggio, si schiarì la voce e cominciò a parlare:

<Come ha già detto il capo, ultimamente la nostra città ha visto un incredibile aumento del numero di vigilantes e criminali mascherati che hanno scatenato una guerra per il territorio che ha fatto numerose vittime, senza dimenticarci di quella disgustosa creatura che ha compiuto una strage tra i Crips, ma non è solo per questo che abbiamo deciso di costituire questa squadra speciale; la nostra città è la prima a livello nazionale nel consumo di quella nuova droga che chiamano OCM. Si tratta di un composto chimico in grado di fornire temporaneamente poteri a chi ne fa uso. Per proteggere i cittadini da questi pericoli, abbiamo chiesto il sostegno dell’FBSA per addestrare la squadra e fornirci l’attrezzatura adatta per fermare questi criminali metaumani.>

<Da chi sarà composta la squadra?> domandò una giornalista.

<Stiamo ancora selezionando i candidati adatti. Dovranno superare dei test fisici e psicologici molto sofisticati.>

<Come si chiamerà la squadra?>

<Non abbiamo ancora scelto un nome definitivo, ma siamo orientati a tenere per buono “Codice Blu”. I colleghi newyorkesi stanno ottenendo degli ottimi successi e vogliamo dare ai cittadini la stessa immagine d’efficienza.>

Ad un certo punto, prese la parola Jack Morris:

<E come si approcceranno verso individui come il Ragno Rosso? So per certo che alcuni agenti sostengono le azioni di quel vigilante.>

Una domanda scomoda ma di cui molti volevano una risposta. Ma Carson sembrava essere preparato a rispondere:

<Qui non siamo a New York. Non lasciamo che la stampa ci influenzi con titoli come “eroe o minaccia”. Il Ragno Rosso verrà giudicato come un comune cittadino, se verrà colto ad infrangere la legge non avrà trattamenti di favore. Ma non intendiamo iniziare una “caccia alle streghe” contro chiunque indossi una maschera.>

<Ma non credete che l’aumento della criminalità sia dovuta proprio al suo arrivo e a quello dei suoi simili? Lui arriva in città e improvvisamente altri criminali mascherati fanno la loro comparsa! Io dico che la sua squadra, se vuole essere veramente d’aiuto, deve cominciare col dare la caccia a quell’assassino mascherato!>

<Il Ragno Rosso è stato completamente scagionato dall’accusa di omicidio e, volendo essere obiettivi, il picco di criminalità è stato riscontrato ben prima delle sue apparizioni in città... senza contare che in città già operavano supereroi come la Donna Ragno e Sudario.>

La risposta di Carson scatenò l’ira di Jessica Carradine, che cominciò ad inveire contro i poliziotti, prima di venire allontanata. Jack Morris andò con lei. Ben li osservò e provò una gran pena per la donna; anche se il Ragno Rosso era stato scagionato, la figlia dell'assassino di Ben Parker non aveva cambiato opinione su di lui e continuava a ritenerlo un omicida. La depressione e l’alcool la stavano distruggendo.

<Nei prossimi giorni dovrò andare a parlarle. Forse Helen può suggerirmi uno psicologo per lei...> pensò.

 

***

 

Terminata la conferenza stampa, Ben si fece strada per salutare il suo vecchio superiore alla stazione di Richmond, fresco di promozione.
<Congratulazioni, comandante Carson.> lo salutò, con una calorosa stretta di mano.
<Ben! Grazie mille. Non ho visto il tuo nome tra i candidati per la squadra, come mai? Ti trovi davvero così bene con la Scientifica?>
< Sì, tutto sommato sì. Un po' mi manca l'azione, la strada, le ronde... e sono stato tentato dal propormi, ma... mi sa che sono più un topo da laboratorio.> mentì spudoratamente, per alienare i sospetti.
< A vederti non l'avrei mai detto. Vieni da Alan, in fondo alla strada? Ci saranno Steve, Jack... offro un giro a tutti.>
<Volentieri. Saluto un amico e sono da voi...>
Raggiunse velocemente Gonzales e lo fermò con una mano sulla spalla, prima che se ne andasse.
< Ehi Vin! Sono contento di vederti ...>
<Non potevo mancare. Questa cosa della task force speciale è roba forte ...  di', ma hai sentito quello stronzo di Morris? Qualcuno dovrebbe dargli una lezione...>

<Dai, lascia perdere...  Carson gli ha risposto per le rime.>

 <A proposito Ben, tu conosci il comandante Carson? Ti ci ho visto parlare...>
<Per qualche mese abbiamo lavorato insieme, perché?>
<Vorrei che me lo presentassi. Voglio candidarmi per entrare in Codice Blu. Voglio fare la mia parte.

Hai sentito di quell'attentato alla centrale di polizia, a New York?[ii] Sono i supercriminali a farla da padrone, nel nostro Paese.>

<Sì, mio cugino me ne ha parlato... comunque, congratulazioni. Anche Damon Ryder ha fatto domanda... auguro ad entrambi di farcela. Se vuoi parlare con Carson, imbucati con me al bar, offre da bere!> 
<Ti ringrazio, fratello. Ti devo un favore.>

<Ah, non dirlo nemmeno... dai, andiamo!>

Facendo strada all’amico,  Ben Reilly si diresse al bar per farsi un goccio. Sperava di incontrare il buon vecchio Steve Harris, per farci due chiacchiere. In fondo, anche se avesse rincasato, non avrebbe trovato nessuno, visto che Helen ed Elisabeth erano fuori per una serata tra donne. La tua fidanzata, la madre di tuo figlio e tuo figlio che escono insieme: uno scenario su cui berci decisamente sopra.

 

Central California Women's Facility, Chowchilla , Madera County, California

 

Carolyn Trainer, poco riconoscibile con i lunghi capelli corvini, si sedette carica di perplessità al proprio posto, nella sala dei colloqui della più importante prigione femminile della California. Al di là del vetro infrangibile, era accomodato un signore distinto che non riconosceva assolutamente. Non appena accostò la cornetta a orecchio e bocca, saltò i convenevoli e sparò subito la domanda:
< Ci conosciamo?>
<Non ancora. Sono un ambasciatore del Signore del Crimine di San Francisco.>
<Quale onore. A che cosa devo questa visita?>
<Il mio boss ha una proposta di lavoro per lei.>
< E ne parla così liberamente, qui? >
< Ci siamo assicurati che non ci stiano ascoltando o intercettando.  Prima di entrare nel dunque, devo riferirle che i nostri contatti a New York dicono che ci sia un po' di movimento da quelle parti. Il ritorno del Coordinatore e alcuni classici membri dei Sinistri Sei che si stanno rimettendo insieme.[iii]>
<Ho sentito anch'io, beh?>
<Che lei sappia, c'è ancora Otto Octavius dietro la maschera del Coordinatore?>
<Non ho più alcun genere di rapporto con lui, se non rancore e inimicizia. Anche se sapevo che fosse passato dalla parte dei buoni. Se è per questo che è qui, sta sprecando il suo tempo.>
<No, le ho parlato di un lavoro. Vede, il Signore del Crimine aveva puntato San Francisco perché era un territorio relativamente vergine. Negli ultimi anni, invece, si è rivelato un terreno spinoso, ci sono sempre più super-esseri in giro. >
<Ne so qualcosa anch'io.>
<Per questo ci stiamo rivolgendo a lei. L'ultima spiacevole conseguenza è che stanno creando una unità speciale in stile Codice Blu per la città. Per farla breve, il capo vuole avere a disposizione una squadra di super-criminali per tenere a bada i super-eroi della zona. E lei è la prima di una lista di candidati.>

<Dice a tutti così, vero? Hobgoblin non lavora forse per lui?>
<Sì, Hobgoblin è già dentro. Il resto è tutto da valutare, e il Signore del Crimine gradirebbe la sua collaborazione sia come membro attivo sia come reclutatrice. >
<Che cosa ci guadagnerei?>
<La libertà, perché ci occuperemmo della necessaria evasione da questo posto. La vendetta, perché il Ragno Rosso è il principale bersaglio dell'operazione. E una discreta rendita. >
La dottoressa Octopus e il galoppino si scambiarono occhiate intense, ognuno deciso a sostenere lo sguardo dell'altro e a scrutarne segrete intenzioni. La donna ruppe il silenzio per avanzare una richiesta:
<Ho una sola ulteriore condizione. Che non venga coinvolto nessuno dei Kraven: ho pessime esperienze con la famiglia.[iv] >
<Ho l'autorità per accettare una condizione del genere.>
<Bene. Sapete come recuperare la mia attrezzatura? Avrò bisogno della mia braccia...>
L'agente del Signore del Crimine sorrise, interpretando la domanda come la firma di un contratto.

 

San Francisco. Thomas J. Cahill Hall of Justice. Qualche settimana dopo.

La selezione non era stata affatto semplice.  Proprio come quando bisogna scegliere la rappresentanza per le Olimpiadi. Tanti avevano avanzato una candidatura per far parte di Codice Blu, ma la scrematura del personale era stata molto severa. O’Hara, Il capo della Polizia e il comandante Carson rileggevano la lista con evidente soddisfazione.

<Abbiamo messo su una bella squadretta, non c’è che dire.> disse O’Hara.

<Sì. I migliori nel loro campo, possiamo affermarlo con assoluta certezza. Gli specialisti per ogni ruolo.> rispose Carson senza falsa modestia.

<Anche quell’agente che ci ha mandato l’FBSA per addestrarli sembra soddisfatto. I giornalisti ci andranno a nozze.>

<Quando convocherà la stampa?>

<Anche domani. I nostri faranno bella figura. Sono sicuro che in poco tempo diverranno l’orgoglio di San Francisco e vedrai che ben presto anche le altre città vorranno una task force come la nostra.>

La nuova squadra era composta da cinque elementi:

 

·         Samuel Li, tiratore scelto. Asiatico, 26 anni, un curriculum militare esemplare. Esperto nell’uso di quasi tutte le armi da fuoco. Dicono di lui “Raramente ho visto sparare così bene”.

·         Michelle Sanchez, esperta di combattimento corpo a corpo. Ispanica, 24 anni, cintura nera di kickboxing e taekwondo. Ha perso le ultime Olimpiadi, dove in molti sostengono che avrebbe vinto una medaglia, a causa un infortunio. Dicono di lei: “E’ in grado di stendere uomini grossi il doppio di lei.”

·         Mary Elizabeth Steiner, artificiera ed esperta in demolizioni. Di origine austriaca, 29 anni, pare non esista ordigno che non sappia disinnescare. Dicono di lei “E’ diventata più brava a costruire bombe che a disattivarle”. 

·         Michael Foss, artigliere. 32 anni, ex paracadutista, solida esperienza in fanteria. Un metro e novanta per cento due chili di forza pura. Dicono di lui “Parla poco con le parole ma molto con i fatti. Instancabile”.

·         George Feldon, hacker. Afromericano, 25 anni, esperto di computer proveniente dalla scientifica. Q.I. elevato, l’elettronica non ha segreti per lui. Dicono di lui: “Il cervello di un secchione nel corpo di un corridore d’atletica.”

 

Un gruppo multietnico, che aveva dovuto superare test psicologici e fisici molto difficili. Il meglio del meglio, come si dice in questi casi. Eppure molti dei candidati non scelti non l'aveva presa molto bene.

<Ma che cazzo vuol dire “non idoneo”?> imprecò Vin Gonzales, mentre sbatteva la porta dell’armadietto con rabbia.

<Calmati, Vin! Non è mica la fine del mondo ...> gli disse Ben.

<Eh, vorrei vedere te ...> gli rispose uno sconsolato Damon Ryder, seduto accanto a lui.

Entrambi i suoi amici erano stati scartati, seppur per motivi differenti. In Vin erano stati riscontrati una notevole indisciplina e una scarsa propensione nell’obbedire agli ordini. Il suo precedente episodio di insubordinazione e l’aver ignorato la procedura nel caso dell’assassino dei Crips[v] non lo avevano certo aiutato.

Per Damon invece s’era trattato di un problema opposto, ovvero non aveva superato i duri test fisici per entrare a far parte della squadra. Si sentiva umiliato.

<Maledizione, ho fatto parte della S.W.AT.! Ma l’hanno letto almeno, il mio curriculum?> gridava ancora Vin.

Quando era in questo stato era impossibile farlo ragionare.

<Oh che cazzo Gonzales! Ma finiscila! Non t’hanno preso perché sei emotivo e indisciplinato! Che t’aspettavi? Nemmeno io ti avrei preso! Anzi, mi stupisco come ancora non ti abbiano buttato fuori dal corpo!> gli rispose stizzito Damon, stufo delle sue continue lamentele.

<Ma di che cazzo parli tu? Almeno io ho avuto la forza di terminare i test, non mi sono messo a vomitare a metà del percorso! Ti sei fatto superare pure dalle ragazze nei risultati! Ma non ti vergogni?>

Damon sbottò.

<Ora ti faccio vedere io quanto forza ho ...> scattò in direzione di Vin ma Ben si mise in mezzo, dividendoli ancor prima che venissero alle mani.

<Oh basta! Smettetela, tutti e due! Prendervela tra di voi non cambierà certo il risultato della selezione. Cercate di crescere una buona volta, ok?>

Sbuffarono e si scambiarono un’occhiataccia. Damon voltò le spalle ai due e abbandonò lo spogliatoio con un’aria da funerale.

Vin borbottò qualche insulto rivolto al rivale, poi fece lo sforzo di calmarsi, riprese la maglietta che aveva fatto cadere e chiese a Ben:

<Senti, ho bisogno di farmi una birra. Vieni con me al pub?>

<No, scusa, stasera devo bidonarti. Devo andare a cena con Helen o mi scortica vivo. Facciamo domani?>

<Ok, dai. Saluta la tua bella.>

Ben si sentì un po’ in colpa. Era evidente che l’amico era giù, ma era da parecchio che non passava un po’ di tempo con la sua fidanzata... e poi, non era certo la fine del mondo. Domani lo avrebbe tirato su. Ma stasera era tutto per la sua lei.

 

Forest Hill. Casa Reilly-Spacey.

<Questa del “ Codice Blu” è un’ottima trovata. Sono contenta dell’iniziativa. In questo modo non dovrai sobbarcati tutto il lavoro tu...> disse Helen, mentre Ben le riempiva il bicchiere con del vino bianco.

<Sì, be' ... ammesso che non mi accusino di nuovo di qualche reato e li costringano a darmi la caccia.>

<Il solito pessimista. Io invece dico che è una grande opportunità; in questo modo avremo più tempo da passare insieme ...> gli disse sorridendogli.

<Senti, come vanno le cose con Lindsay Mc Cabe?>

<Sta reagendo molto bene. Anche Jen Cooke è sorpresa. E’ una donna molto forte.>

<Proprio come la mia fidanzata> rispose Ben accarezzandole la mano. <Sono molto fiero di quello che fai. E ti ringrazio anche per quanto fai per Elizabeth e David. So che... non dev’essere facile per te, vista la situazione...>

<Sì, ammetto che sarebbe stato piuttosto imbarazzante... ma i problemi che ha avuto tuo figlio hanno messo in secondo piano tutto il resto. Adesso che siamo in confidenza, ti confesso che mi trovo piuttosto a mio agio con loro; David è un bambino dolcissimo, e anche Eliza è piuttosto simpatica.>

<Sono... contento di sentirtelo dire.> A voler essere sinceri, Ben si sentiva un po’ a disagio nel sapere che le due ragazze si frequentavano; mentre Helen s’era allontanata per affrontare i propri demoni interiori, tra lui e la madre di suo figlio c’era stato un breve ritorno di fiamma, cosa di cui lui s’era assolutamente pentito. Da un po’  di tempo però Elizabeth aveva rinunciato alla sua idea di tornare insieme... forse a causa dell’amicizia che aveva stretto con Helen? Non avevano più affrontato la cosa. Forse era meglio non tornarci più sopra, e far finta che nulla fosse successo.

Dopo la veloce conversazione, avevano fatto l'amore ed erano subito dopo crollati, sfiniti.
La stanchezza e l'alcol in circolo stavano per impedire a Ben Reilly di sentire l'allarme del suo smartphone. Spentolo nel dormiveglia perché scambiato per la sveglia, il poliziotto si era reso conto che era ancora notte fonda, e aveva guardato meglio. Una scarica di adrenalina gli aveva fatto passare la sonnolenza.
L'unico vantaggio di aver avuto come mentore il viscido padre della dottoressa Octopus[vi] era aver imparato a usare le tecnologie informatiche molto più di Peter Parker. Per questo era stato abbastanza semplice, per lui, impostare un "alert" che lo avvertisse quando nelle comunicazioni delle forze dell'ordine venivano nominate alcune parole-chiave.
Tra cui «Hobgoblin».  Era stato avvistato in volo a circa cinque miglia da casa sua, diretto in direzione opposta, verso ovest.

<Cavolo... ancora lui? Maledetto...> pensò fra sé e sé.
Avrebbe fatto in tempo a raggiungerlo, volteggiando in ragnatela?
Il tempo di chiederselo e aveva già indossato la maschera rossa, mentre Helen Spacey continuava a dormire beatamente.

 

Belden Place.

Il cosiddetto "quartiere francese" di San Francisco era una delle zone più interessanti della città - dove si poteva mangiare meglio, per dirne una. Eppure anche i posti più rinomati nascondono un lato oscuro. Da quando il regno di Tarantula Nera era caduto, il Signore del Crimine e gli altri aspiranti boss locali si stavano contendendo i suoi scampoli. Belden Place non faceva eccezione, ed era uno degli ultimi avamposti in discussione. Le bande franco-americane reclamavano la propria autonomia.
Hobgoblin era stato mandato per dir loro che potevano scordarsela.

Avevano cominciato un giro di roba tutto loro, e non avevano intenzione di dare al Signore del Crimine la sua fetta. Gente che alzava la cresta in quel modo andava abbattuta immediatamente, per evitare che altre gang prendessero la stessa strada.
Era la notte ideale per dar loro una lezione. Il suo aliante lasciava la consueta, inconfondibile scia di fumo dietro di se, mentre cominciava a planare in direzione del suo bersaglio: l’ex scuola media abbandonata. Era quello il covo dei Légion étrangère, la gang che voleva contendergli la conquista del quartiere. La bomba – zucca andò a distruggere la facciata dell’edificio. Il boato si udì per chilometri.  Attraverso la breccia che aveva provocato, avvolto dal fumo e le fiamme Hobgoblin si affacciò all’interno.

<Toc-toc. C’è nessuno in casa?  AH AH AH AH AH HA AH AH AH AH AH AH!!!! >

I membri della banda afferrarono le loro armi automatiche e aprirono il fuoco verso il folletto incappucciato, che però virando con il suo aliante si rese un bersaglio irraggiungibile, e colpiva con mortale precisione con le raffiche dei suoi guanti e i suoi “pipistrelli – rasoio”. Sapeva che non avevano una sola possibilità di sconfiggerlo, con quell’arsenale. Quello che però non sapeva era che questi ragazzi non erano sprovveduti, e che erano riusciti a mettere le mani su un grosso carico di OCM che un tempo apparteneva a Damon Dran.

<Ora gli faremo la festa a quel bastardo...> disse uno di loro, mandando giù la pasticca drogata. Altri due lo seguirono, e in men che non si dica, Hobgoblin venne attaccato da una creatura metaumana: il tizio aveva ottenuto due braccia supplementari e una forza sovrumana, grazie alla quale compì un balzò in grado di raggiungere a mezz’aria il criminale mascherato.

<Oh sì! Sì! E’ così che deve sentirsi Dio! Ora vediamo quanto sei forte, coglione!>

Quelle quattro braccia colpivano con la forza di un maglio. Anche con la corazza che indossava sotto il costume Hobgoblin ne avvertiva la potenza.  Riuscì a liberarsi di lui salendo di quota con il suo aliante, ma non riuscì a rifiatare perché all’improvviso una specie di pipistrello umano gli spuntò da dietro le spalle.

<Non pensarci nemmeno! Non te ne andrai di qui vivo!>

Il terzo non disse una parola, ma aveva delle zanne acuminate e dei lunghi artigli che parlavano per lui, e con quelli strappò un lembo dal mantello di Hobgoblin.

Uno scenario che pareva uscito dalle pagine di un libro di fantascienza o da un horror. I cittadini rimasero terrorizzati da quello spettacolo. E qualcuno avvertì la polizia.

<CI SIAMO!> urlò il Comandante Carson <E’ LA NOSTRA OCCASIONE. NON POSSIAMO FALLIRE PROPRIO NELLA NOSTRA PRIMA MISSIONE! FATE COME NELLE ESERCITAZIONI E TUTTO ANDRA’ BENE!> disse ai suoi uomini. Carson era un uomo timido e riservato, ma nel suo nuovo ruolo mostrava di avere grinta e coraggio da vendere. Era il battesimo di fuoco per Codice Blu.

Nel frattempo, il Ragno Rosso attraversava il cielo notturno appeso alle sue tele cercando di raggiungere il luogo della battaglia. Da troppo tempo Hobgoblin tormentava le notti della città. Era il momento di catturarlo e scoprire chi si celava sotto quella dannata maschera.

 

***

 

Era stato colto di sorpresa. Non si aspettava una mossa del genere da parte loro. Hobgoblin era impegnato in una battaglia che non stava andando come previsto. Il suo arsenale gli avrebbe permesso di cavarsela contro uno, forse due di loro, ma tre erano veramente troppi. Situazioni insolite portano ad alleanze insolite, si dice, e infatti Hobgoblin fu quasi contento dell’arrivo di Codice Blu.

Il furgone arrivò sgommando, lasciando i segni dei pneumatici per terra. Il portellone posteriore si aprì e da lì uscì l’agente Foss con sulle spalle quello che aveva tutta l’aria di essere un bazooka.

Fece partire un colpo: sparò un’ogiva carica di un gas lacrimogeno, che investì i tre mutati e Hobgoblin.

<Bersagli gasati.> disse all’auricolare.

<Ben fatto Foss. Li, Sanchez, tocca a voi.> ordinò Carson. Il poliziotto asiatico prese in mano il suo fucile e prendendo la mira col binocolo fece partire alcuni dardi stordenti che andarono a conficcarsi tra le scapole del tizio con quattro braccia e dell’altro con gli artigli. La Sanchez invece sparò dalla sua arma uno strano cilindro metallico che a metà del suo percorso si aprì in una rete metallica elettrificata che avvolse il pipistrello umanoide, facendolo cadere a terra. Hobgoblin evitò lo stesso fato con un’abile manovra evasiva del suo aliante, ma in questo modo finì nella linea di fuoco di Li, che lo colpì al torace.

Anche il criminale incappucciato finì a terra, avvolto dal suo stesso mantello, apparentemente privo di sensi.

<Ci siamo, è nostro!> gridò Feldon, mentre lui e Sanchez correvano in direzione del criminale per ammanettarlo. Ma la vista acuta della Steiner notò un pericolo.

<No, fermi! Ha una bomba!>

La zucca rotolò in direzione dei due agenti ed esplose.

<NO!> gridò Carson, temendo il peggio.

<Li ha uccisi!> gridò rabbiosamente Foss.

<Non c’è sangue...> notò Steiner.

In effetti, i poliziotti non erano morti: poco distante dal punto della detonazione il Ragno Rosso, appollaiato su di un tetto, reggeva i due con le sue ragnatele.

<Grazie, amico. Ci hai salvato il culo. L’ho sempre detto che eri uno giusto...> disse Feldon, mentre la Sanchez mormorava una preghiera.

<Ci sono altri uomini armati nell’edificio. Pensate a loro e ai mutati. L’effetto dei loro poteri non può durare ancora per molto. Lasciate Hobgoblin a me...>

Nel frattempo il folletto aveva recuperato il suo mezzo e si era rialzato in piedi. Il Ragno Rosso gli sbarrò la strada atterrandogli proprio davanti.

<Stanotte chiudiamo i conti.> gli disse, con tono di sfida.

<Non chiedo di meglio, Rosso...> rispose l’altro, passando all’attacco.

L’ennesimo faccia a faccia tra i due era cominciato....

 

 

Continua...

 

 

 

Le Note

Innanzi tutto, diamo un caloroso benvenuto a Mickey, che sale a bordo della nostra serie per aiutarmi a portare avanti le mie trame, dato che i miei numerosi impegni mi avrebbero impedito di proseguire la narrazione con regolarità.

 

Se seguite le sue storie sulla testata gemella  dell’ Uomo Ragno e dell’antologica Webspinners, sapete di cosa il nostro amico è capace: è dal 2001 che, a fasi alterne, Mickey ci racconta quanto avviene nella vita di Peter Parker e di tutti quelli che lo circondano, ed è a lui che dobbiamo la resurrezione di Ben Reilly e il suo trasferimento a San Francisco: senza Mickey, non ci sarebbe questa testata che sta per avvicinarsi a quota 25 numeri!

 

Dopo la scorpacciata d’azione degli scorsi numeri, in questo ci siamo concentrati più sull’aspetto psicologico di molti personaggi comprimari e abbiamo assistito alla nascita della squadra anti metaumani Codice Blu, ispirata a quella newyorkese inventata a suo tempo da Tom De Falco.

 

Dato che, come sapete, non mi piace “buttare via niente” e riciclo tutte le buone idee, ho preso parte dei membri della squadra da alcuni personaggi apparsi nelle serie americane, nella linea Max dedicata a Nick Fury per la precisione, “L’Uomo che amava la guerra” scritta da Garth Ennis; mi sembravano adatti allo scopo, per cui perché no? J

 

Spero che vi piacciano, perché ho la sensazione che li vedrete ancora, e non solo in questa testata (non è vero, Carlo Monni? J  )

 

Nel prossimo numero vedremo come proseguirà lo scontro tra il nostro eroe ed Hobgoblin e inoltre scopriremo alcuni retroscena su altri comprimari.

 

Per questo episodio, è tutto. Arrivederci!

Carmelo

 

 

 

 


[i] Il discorso di Robert O'Hara è ripreso testualmente dalla congruente scena scritta da Carlo Monni in Marvel Knights #57.

[ii] L'attentato è avvenuto su L'Uomo Ragno #83. Nello stesso periodo, New York è stata vittima di un attacco su larga scala di Mr. Fear, su Devil #53.

[iii] Vedi L'Uomo Ragno #83 e successivi.

[iv] Vedi I Vendicatori #43.

[v] Nel #21.

[vi] Seward Trainer.